QUINTO CAPITOLO di ERASMO II

Dalla seconda serie “ERASMO OGNIBENE E LA SUA FAMIGLIA SPECIALE”

Il piano B

Mi trovai l’indomani mattina davanti al cancello della scuola con Matteo e Attilio imbronciati. Mentre l’uno dava le spalle all’altro, io mi sforzai di far capire bene loro, quale fosse il mio piano.

«Adesso basta. Sappiamo bene cosa ci ha fatto litigare, ed è ora di finirla. Ho parlato con mio padre e lui è un vero esperto.» dissi deciso ad entrambi.

«Hai detto lo stesso di tuo fratello e io mi sono quasi preso una nota.» replicò Attilio.

«Se tuo padre ne sa quanto te, siamo a posto.» disse invece Matteo.

«Ma no, vi garantisco che lui è stato molto bravo a conquistare mia madre. Mi ha spiegato tutto. Per esempio, ho capito perché quella femmina si è attaccata come una cozza a Matteo. E’ chiaro, le ha fatto i complimenti per le scarpe.»

«Dovevo pur attaccare discorso in qualche modo.» si giustificò lui.

Attilio Semprini, Matteo Goldoni ed Erasmo Ognibene, che decidono il piano B, nel cortile della scuola.

«Si, ma se gli fai dei complimenti alle femmine, queste si innamorano.» Non avevo nemmeno finito di dire quell’ultima parola, che Attilio si è scagliato contro Matteo dicendo che lo aveva fatto apposta. E io che volevo che facessero pace. «Fermatevi vi prego. So come risolvere la situazione. Datemi ascolto.»

A quel punto si fermarono, anche se si erano sporcati tutti dopo essersi rotolati per terra nel tentativo di darsele di santa ragione.

«Ascoltatemi bene. Tu Matteo dovrai cercare di diventare il più antipatico possibile. Puoi provare facendo dei rutti per esempio o delle puzzette in sua presenza.»

«Stai scherzando, spero? Se mi metto a fare quelle cose, nessuno vorrà più starmi vicino. Non ci penso proprio.» rispose Matteo.

«Io ti consiglio di trovare presto un altro metodo, perché se non la pianti di fare il filo alla mia ragazza te la vedrai con me.» rispose carico di coraggio Attilio. Non lo avevo mai visto così convinto. Mi aveva spaventato e credo che anche Matteo, abbia capito che non scherzava, perché si è limitato a dire che avrebbe fatto del suo meglio per risultare sgradevole a quella femmina. Non avevo idea di cosa volesse dire, ma ero comunque un buon inizio.

«Però non è sufficiente, anche tu Attilio dovrai darti da fare per risultarle simpatico. Potresti per esempio offrirti di portarle lo zaino in classe o di accompagnarla a casa.» suggerii. Il fatto di essere in competizione con Matteo gli aveva procurato una certa sicurezza e per la prima volta lo vidi convinto e deciso a comportarsi da gentiluomo.

Attilio Semprini si porta due zaini, ma sembra comunque contento.

Rimaneva il fatto che fino a che non lo avessi visto con i miei occhi non ci potevo credere. Era sempre stato tanto timido che faticavo a pensare che potesse prendere l’iniziativa con quella bambina. Incrociai le dita dietro la schiena mentre mi scappava da ridere pensando a come avrebbe fatto.

Per tutta la giornata si impegnarono molto. Ho visto Matteo comportarsi proprio male con la biondina. Quasi non la guardava, non le rispondeva con il suo solito modo garbato. Invece di rispondere a lei si rivolgeva ad altre compagne. Si stava davvero sforzando molto di risultare antipatico, perché non sembrava per nulla in difficoltà.

Al contrario Attilio si proponeva di portarle i fogli quando li finiva, di farle la punta alla matita, di offrirle caramelle, le regalava sorrisi smielati, ma invece di vederla interessata a lui, mi sembrava si stesse spazientendo sempre di più.

Quando è finita la scuola Attilio portava lo zaino della biondina e lei quello di Matteo. Sembrava che tutti quegli sforzi avessero addirittura procurato l’effetto opposto. Più Matteo faceva il duro, più lei si sentiva portata a stargli appresso…! Più Attilio era servizievole e più lei sembrava indifferente.

Io le femmine continuavo a non capirle. Era tutto così chiaro. Perché non funzionava quel piano? Proprio non me lo spiegavo. Dovevo al più presto consultarmi con mamma…

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