INTERVISTA ALL’AUTRICE

INTERVISTA ALL’AUTRICE MONICA ZARANTONELLO

 

a cura di Franca Mancini Pubblicato sul sito Scrittura Viva – la Voce del Recensore

 

Secondo il suo vissuto personale, oltre che narrativo-letterario, quanto il rapporto di un uomo con la religione può influenzare la propria visione sul senso della vita? Sapere che vi è un Dio che ti ama a prescindere, dà coraggio e forza per affrontare ogni avversità. Ma la fede è anche un dono gratuito, non scontato e facile da perdere. Questo, la rende tanto preziosa. Ho visto persone lottare una vita per riacquistarla e altre che nemmeno la cercavano trovarcisi dentro, più che mai convinte. Siamo noi a decidere quanta importanza dare alla nostra fede e quanto cogliere da questa opportunità.

Durante la stesura del suo libro, in che modo è stata influenzata dalla sua felicità o dal desiderio di quella altrui? I miei stati d’animo influenzano sempre i miei scritti. Io sono parte integrante del mio lavoro letterario. Ho imparato presto che quanto potevo donare al prossimo rendeva la mia vita migliore. Io credo che ogni essere umano sia stato creato per amare e quando riusciamo in questo, ci nutriamo di tutte le emozioni positive che suscitiamo negli altri.

Tutti creano delle aspettative, e sperano che il mondo le soddisfi. Quale messaggio o ingrediente della felicità vorrebbe suggerire al lettore per contrastare eventuali delusioni? Le aspettative che vorremmo veder realizzate nascono dal fatto che veniamo portati fin da piccoli a sentirci migliori degli altri. Con questo libro vorrei far capire che non vi sono buoni o cattivi, giusti o sbagliati. Siamo tutte persone che hanno un vissuto, che il più delle volte rimane nascosto proprio poiché rivelerebbe le nostre fragilità. Eppure sono queste che ci rendono speciali. La semplicità d’animo, la nostra capacità di avvicinarci al prossimo e alle sue necessità, nutrono il nostro spirito è ci rendono in grado di sentirci appagati. Una volta che il pensiero positivo prende piede in noi, anche le prospettive cambiano inevitabilmente. Forse è proprio questo l’Ingrediente giusto per la felicità.​ ​ ​

Per trasformare un problema in vantaggio, l’infelicità in felicità, cosa potrebbe aggiungere per invitare alla lettura del suo libro? Ci sono situazioni che ci fanno vergognare di noi stessi o della nostra famiglia e per questo motivo le nascondiamo, le camuffiamo con atteggiamenti spesso incomprensibili, che ci emarginano ancora di più. Il racconto di questa amicizia ci mostra come abbattere le barriere dei preconcetti, dell’orgoglio e della solitudine, per giungere al livello superiore, quello che ci fa diventare “altro”. Liberare il nostro io, non aver paura di chi siamo realmente a dispetto di come ci vedono gli altri, non è cosa facile, ma di certo non è impossibile. Io spero davvero che questa lettura possa aprire la mente, dare forza e coraggio a chi si sente smarrito e sfiduciato.

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