UNA LUNGA ATTESA

Dal romanzo inedito “Le figlie del Sole”

UNA LUNGA ATTESA

21° capitolo

Il tempo stava per scadere e né Marta né Stella si vedevano. Chiara e le altre sorelle attendevano angosciosamente l’arrivo degli aborigeni, pronti ad allontanarle dal meteorite di fuoco, l’unico in grado di salvare la terra. A quel punto, tutte le fatiche di quel viaggio sarebbero state inutili.

«Cosa pensi sia successo?» chiese coraggiosamente Pola a Chiara. «E non dirmi che è tutta colpa di Stella! Accusi sempre lei di ogni difficoltà!»

«Forse perché quando c’è di mezzo lei succedono sempre cose strane? Si perdono le persone, non si sa che fine fanno o accadono incidenti.» rispose Chiara che evidentemente a causa di quell’ombra – che solo lei vedeva – ancora non riusciva a fidarsi.

«Io non so bene cosa sia successo tra voi prima, ma so che se non avessi visto il vostro affiatamento, non vi avrei seguito.» disse timidamente Lucilla. «Se non siamo unite, non riusciremo a compiere il nostro destino. Siete state voi a spiegarmelo. Qualcosa di terribile sta per accadere lo sentiamo tutte. Darci la colpa l’un l’altra non ci aiuterà.»

«Ben detto Lucilla. Quando non siamo insieme, anch’io mi sento così vulnerabile…» disse Pola stringendosi ancora di più alle altre. Convennero tutte che solo insieme si sentivano protette e tutte pregarono – a modo loro – affinché tornassero presto Marta e Stella.

Grazie a Lucilla non soffrivano la fame. Con poche vivande dentro una piccola borsetta che aveva portato con sé, riusciva a sfamarsi tutte. Il suo dono era davvero provvidenziale in quel posto dove non c’erano ristoranti o bar, per rifocillarsi.

Quella notte si strinsero l’un l’altra, mentre rumori sconosciuti le facevano tremare più del freddo pungente. Il fuoco crepitava davanti all’entrata della tenda, mentre Leo oltre a riscaldarle avrebbe dovuto proteggerle da eventuali predatori. Il non avere con loro la pietra di sole, le faceva sentire particolarmente indifese. Senza proferire parola, tutte e tre gridarono nel loro cuore alla luna: Tornate presto sorelline!

Il pomeriggio seguente si trovarono davanti gli aborigeni più seri e determinati del giorno innanzi. Quando quegli uomini si accorsero che non vi erano altri nell’accampamento di nuovo intimarono loro di andarsene.

«Il tempo è scaduto e le vostre amiche non sono tornate. Prendete le vostre cose e andatevene. Questo è il nostro territorio. Abbiamo fatto un patto, ora vi chiediamo di rispettarlo. Non potete rimanere oltre in questa terra. E che… il vostro Dio vi protegga.»

«Vi prego, credeteci. Le nostre sorelle dovevano già essere qui. Non sappiamo cosa sia loro accaduto, dateci solo un altro giorno…» supplicò Chiara.

«E con quale mezzo sarebbero dovute arrivare? Al momento siamo tutti isolati. Il campo magnetico del sole ha invaso la Terra e tra poco ci saranno cataclismi e terremoti inimmaginabili… la fine del mondo è realmente vicina. Dobbiamo trovare i veri prescelti, per fermare tutto questo. Non possiamo perdere altro tempo con voi.»

«Come possiamo farvi capire che siamo noi quelli che state aspettando. Vi assicuro che Marta – la nostra amica – non ha bisogno di volare con un aereo, né di prendere un qualsiasi altro mezzo. So che è difficile da credere, ma tutte noi abbiamo dei poteri particolari.»

«Attenta Chiara non puoi dir loro tutto.» si affrettò ad intromettersi Pola.

«Ha ragione.» convenne Lucilla «Così ci metti nei guai.»

«E’ l’unico modo che abbiamo. Sono i custodi del Cristal Ignis, lo hanno fatto capire chiaramente. Non è così?» disse loro Chiara.

«Noi attendiamo cinque uomini. Voi siete tre donne… con un leopardo.» precisò il capo aborigeno.

«Avete ragione, ma se non attendete che arrivino le altre, come potremo convincervi che siamo noi?» insistette Chiara.

«E va bene. Sappiamo che ogni prescelto ha un dono. Mostrateci i vostri e vi crederemo.» suggerì il capo.

La cosa più semplice del mondo, sembrava essere diventata improvvisamente complicatissima. Chiara non avrebbe mai saputo come spiegare il suo dono, tantomeno quello di Pola. Il più immediato da comprendere era il dono di Lucilla e la invitò a mostrare a quegli uomini quanto era in grado di fare. Purtroppo ella, memore di ciò che le aveva procurato mettere in evidenza il suo potere, non riuscì ad accontentarla.

La pazienza degli aborigeni stava per esaurirsi quando all’improvviso, comparvero davanti a loro Marta e Stella. Videro tutti quel prodigio e nel momento in cui Marta tirò fuori il meteorite pulsante dalla borsa, gli aborigeni chinarono il capo in segno di riverenza.

«Ora sappiamo che siete voi le persone che stavamo aspettando. Presto venite! Il tempo a nostra disposizione è assai breve.»

«Per quale motivo avete atteso così tanto a tornare e perché non è con voi Plutone? E… cosa ti sei messa in testa?» chiese Chiara a Stella, indicando l’asciugamano.

«Vi spiegherò strada facendo.» le rispose con la serietà, che non l’aveva mai abbandonata, Stella.

Mentre gli aborigeni procedevano spediti le cinque sorelle faticavano a stare al passo, impegnate ad ascoltare il racconto di Stella, che veniva intervallato dalle silenziose precisazioni di Marta. Plutone aveva ben illustrato ad entrambe le conseguenze che quel campo magnetico avrebbe provocato all’asse terrestre e le inevitabili implicazioni geologiche, metereologiche e telluriche.

Molto probabilmente, non vi erano più giorni, ma ore, prima dell’arrivo del grande buio.   

 

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