SETTIMO CAPITOLO di ERASMO II

Dalla seconda serie “ERASMO OGNIBENE E LA SUA FAMIGLIA SPECIALE”

Le femmine non sono tutte uguali

Quel giorno a scuola non ebbi il coraggio di dire ad Attilio di smetterla di servire la biondina in tutti i suoi capricci, perché vedevo, che nonostante lei fosse così indifferente, a lui non dispiaceva, anzi era contento di farle da servo. Anche Matteo era peggiorato, infatti non si limitava più a fare l’antipatico con le ragazze, ma lo faceva anche con me.

Durante l’intervallo mi misi a sedere sul muretto vicino alla fontanella. Guardavo le formiche facendo il broncio, quando alle mie spalle ho sentito la voce di una femmina. Mi sono voltato arrabbiato, era tutta colpa loro se mi trovavo in quella situazione. Vidi una bambina con i capelli rossi e due buffe codine, la riconobbi subito. Questa l’avevo notata altre volte, perché sembrava diversa dalle altre.

«Ciao, che fai? Conti le formiche?»

Violetta raggiunge Erasmo mentre conta le formiche

Cominciai a balbettare. Lei mi guardò fisso e le scappò una risatina, che mi dette piuttosto fastidio. Io ero lì, davanti a lei con la bocca aperta, non riuscivo a parlare e lei mi stava prendendo in giro. Feci la faccia da arrabbiato. Nella speranza che si prendesse paura e andasse via, ma continuava a guardarmi e io mi sentivo sempre più imbarazzato.

Poi con un sorriso mi ha salutato prima di correre verso le sue amiche. Mi sentivo tutto scombussolato. La pancia mi stava brontolando come quando torno da un allenamento di pallone e ho una fame esagerata. Poi ho sentito che dovevo andare al bagno.

Mi spaventai pensando di essere stato contagiato. Io proprio non volevo innamorarmi, per essere rifiutato come Attilio o antipatico come Matteo o peggio ancora un burattino come Ilario. Ero l’unico rimasto ancora normale e non avrei mai permesso ad una femmina di stravolgermi l’esistenza.

Il giorno dopo mi misi a sedere nello stesso posto. In realtà speravo di rivederla per dimostrarle che ero un duro e che non mi facevo prendere in giro da nessuno, tantomeno da una femmina. Ma non si fece vedere. Magari era rimasta a casa anche lei con il mal di pancia, pensai.

Ricominciai ad immergermi nei miei pensieri disturbando qualche formica, fino a che non vidi una lucertola. E stavo ancora cercando di prenderla quando sentii nuovamente quella voce.

«Ciao, oggi giochi con le lucertole? Tu sei bravo a prenderle? Lo sai che se le prendi per la coda, loro la lasciano e se ne scappano senza? E lo sai che la coda continua a muoversi lo stesso anche senza il corpo

In quel momento rimpiansi di non essermi fermato a disturbare le formiche, perché mi stava facendo una serie di domande a raffica, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere. Certo che le femmine sono proprio insistenti, mi dissi.

La lucertola che non si è fatta prendere da Erasmo

«Ma tu non parli mai?» mi chiese continuando a parlare alla velocità della luce. «Io mi chiamo Viola, ma mi chiamano tutti Violetta? Tu preferisci il nome Viola o Violetta? Forse ti sto facendo troppe domande, me lo dicono tutti che parlo molto e anche molto velocemente, a te dà fastidio? Sai che sei carino? Però non mi hai ancora detto come ti chiami

«Erasmo. Io mi chiamo Erasmo Ognibene.» mi affrettai a dirle prima che ricominciasse a parlare.

«Non conosco nessuno con questo nome. Ma mi piace. Ci vediamo domani? Ciao

Io volevo dirle che non avevo mai conosciuto nessuno in grado di parlare così velocemente, ma non ne ebbi il tempo, perché in un baleno era sparita. Non avevo capito bene cosa fosse successo, ma di nuovo dovetti correre al bagno per il forte mal di pancia. Forse avevo preso l’influenza o forse Attilio mi aveva contagiato. Ora al primo banco eravamo in due a sospirare, a guardare fuori dalla finestra e ad essere ripresi dalla maestra perché non prestavamo sufficiente attenzione durante la lezione, ma quegli occhi grandi e quel sorriso, non riuscivo proprio a togliermeli dalla testa.

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One thought on “SETTIMO CAPITOLO di ERASMO II

  1. Buon giorno, ecco il colpo di scena che rende ancora più avvincente ciò che già di per se, è stellare. IL nostro amico è stato “contaminato” dall’entusiasmo, gioia, sorriso, simpatia, intraprendenza di viola. Temo che, i sintomi e malesseri fisici, da erasmo provati, siamo i preliminari di un innamoramento, nonostante la sua riluttanza verso le bambine. A qualunque età, timidezza a parte, difficilmente si rimane impassibile di fronte a tanta foga, voglia di fare amicizia e 2 parole, da parte di una bambina. Ancora una volta, la scrittrice illumina, rende gioioso, divertente, il racconto con la sua inventiva, fantasia, che non conosce limite, descrive situazioni che nella vita ci si trova a vivere, prima o poi, complimenti sinceri, chapeau

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