SECONDO CAPITOLO di ERASMO II

L’esperienza di Ilario

Dalla seconda serie “ERASMO OGNIBENE E LA SUA FAMIGLIA SPECIALE”

Ilario è il mio fratello maggiore, lui va alle medie e di ragazze se ne intende. Il suo cellulare è sempre pieno dei loro messaggi, ne riceve di giorno e di notte, sempre. Per non parlare di tutti i cuoricini e i vocali sdolcinati. Si fa continuamente delle foto che poi manda alle sue ragazze, sempre con la stessa espressione da duro, sempre di lato, mostrando solo un occhio e mezza testa… io non ci riesco a fare quella faccia. Ma lui devo dire che si è esercitato molto davanti allo specchio.

Una volta gli ho chiesto il perché usa sempre quell’espressione. Non me lo ha saputo spiegare bene, anzi mi ha cacciato via. Ora invece quando si prepara per uscire con una femmina, chiede il mio parere.

«Non trovi che sia bellissimo?» mi ha chiesto sfoderando anche i suoi pettorali.

Il bicipite di mio fratello Ilario

«Per me sei sempre uguale.» gli ho risposto sbuffando.

«Tu non capisci niente. Le ragazze vanno matte per questi qui.» e tirando un braccio mi ha mostrato il bicipite.

Io ero molto dubbioso, proprio non potevo credere che fosse vero, ma effettivamente, dovevo ammettere che le femmine a lui non mancavano, quindi doveva di certo avere ragione. Allora perché le rincorreva tirando loro le caccole come gli avevo visto fare una volta dalla finestra di camera mia? Fui tentato di chiederglielo, ma mi trattenni per paura che lo facesse anche con me. Io odio le caccole altrui. A volte, quando la mamma non lo guarda, me le mette nelle pietanze migliori per mangiarsele tutte, perché sa che mi danno il disgusto.

Intanto io mi ero segnato su di un foglio tutti i consigli per Attilio, che senza volere mio fratello mi aveva dato.

– lancio delle caccole

– foto con mezza faccia da duro

– pettorali nudi

– muscolo del braccio

Mi sembrava già molto quello che avevo recuperato e lo condivisi il giorno dopo con Attilio. Avrei preferito ci fosse anche Matteo, ma da quando aveva litigato con lui, parlava solo con me, mentre tra loro si scambiavano solo boccacce e spintoni.

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