IL TEMPO STRINGE

Dal romanzo inedito “Le figlie del Sole”

IL TEMPO STRINGE

10° capitolo

«Prof. Magus! Come si sente?» chiese con apprensione Plutone allungandogli una tazza fumante.

«Avvilito caro Pluto, non sono all’altezza dei miei predecessori. Sono riuscito a trovare solo il luogo dove è caduto il meteorite e forse una prescelta, ma non ci servirà a nulla. Per giunta, è passato troppo tempo, non le troveremo più.  Che vergogna… non sono degno di essere chiamato Magus.»

«Veda di non esagerare Prof. lei ha fatto del suo meglio, ma queste attrezzature sono piuttosto obsolete e fatiscenti… come poteva pensare di seguire delle piccole schegge di sole… secondo me ha fatto fin troppo!»

Il professore si alzò di scatto dalla sua sedia con l’indice puntato in alto. «Quello che hai detto è al pari di una bestemmia in questa accademia! Dovrei farti espellere! Come puoi pensare di diventare un Magus se non confidi pienamente nella volta celeste e non comprendi l’importanza dei pianeti? Noi non seguiamo la semplice vista o traiettoria, noi interpretiamo i segni, i movimenti degli astri… è una dottrina più che precisa!»

«Le chiedo scusa, ma ora vi sono apparecchiature così sofisticate che riescono a fare cose incredibili…, mentre noi siamo messi… così…» e allungando le mani si girò su se stesso nella speranza di renderlo più consapevole delle loro disponibilità.

Era molto umiliante per il professore ammettere che da quando non vi erano più stati allievi in grado di pagare la retta, i fondi erano venuti meno, quindi non si erano più fatti investimenti e tutto sembrava cadere a pezzi. Riconosceva però che i suoi predecessori avevano avuto anche meno a loro disposizione, eppure erano riusciti a leggere nella volta celeste lasciando ai posteri grandi profezie… a lui il compito di realizzarne una soltanto e nemmeno questo si sentiva di riuscire a fare. Si sedette mentre Pluto cercava di rincuorarlo, invitandolo nuovamente a bere la sua tazza di infuso caldo.

«Non cercare di indorarmi la pillola. I miei predecessori non avevano nulla di tutto ciò eppure, sono stati dei grandi Magus. Sono la vergogna del mio ordine. Dovrei farti tornare a casa. Non sono degno di insegnarti nulla e quello che hai appena affermato ne è la dimostrazione.»

«Ma bene! Dopo aver condiviso con lei i migliori anni della mia vita, vuole sbarazzarsi di me. Io dico che non sarà così semplice. Proprio grazie alla sua bravura di insegnante ho fatto grandi progressi e ora glielo dimostro

«Cosa stai dicendo?» gli domandò scettico arricciando il naso e le sopracciglia il Prof. Magus.

Pluto era consapevole di non aver ancora portato a termine la sua ricerca, ma capiva che doveva dare a quel vecchio una speranza. «Coraggio Prof. anch’io ho lavorato in tutti questi anni al suo fianco raccogliendo informazioni, solo che l’ho fatto… a modo mio.»

Andò a prendere il pc e gli mostrò una cartella sulla quale erano stati copiati articoli interessanti e quanto mai bizzarri, presi da blog e riviste on line di ogni parte del mondo.

«Ascolti questo video. Sono sicuro che la riconoscerà anche lei. Questa bambina francese è la prima che ho trovato, ora è una donna, ma sono assolutamente certo che sia la prescelta europea. In questa zona deve esserci l’africana e qui l’argentina»

Gli mostrò poi una cartina sotto la quale vi era la foto di un fenomeno luminoso fotografato e pubblicato da un turista.

«…guardi, guardi se non ho ragione. Casualmente in Argentina circa un anno fa si sono verificati dei fenomeni luminosi intermittenti. Alcuni hanno ipotizzato si trattasse di un Ufo, altri che potessero essere delle pietre preziose che riflettevano i raggi lunari, altri ancora che si trattasse di un assurdo scherzo. Eppure, quella luce che proveniva da una zona agricola a pochi chilometri da Buenos Aires è il luogo dove abita una certa Chiara, originaria di quella città appunto. Sposatasi un paio di anni fa con un ricco proprietario di un’Estancia, una fattoria, per intenderci. Sono quasi certo che si tratta della prescelta sudamericana. I fenomeni luminosi sono sicuramente opera sua, poiché si sono verificati nell’aria circostante la sua tenuta. Ed è l’unico evento luminoso o particolare, che in tutti questi anni può far pensare a una delle nostre ragazze.»

I ruoli sembravano essersi scambiati. Ora era Plutone ad impartire lezioni al professore, che lo guardava esterrefatto. L’interesse che stava dimostrando lo spronò a mostrare tutto il suo lavoro. «Grazie alle sue indicazioni e alle mie ricerche siamo riusciti a trovarle … quasi tutte.»

Magus reputava quegli articoli assurdi, semplici coincidenze, chiacchiere senza senso o logica, eppure qualcosa lo spronava a leggere, ad ascoltare, ad andare avanti di pagina in pagina, sfogliando quelle didascalie e quei titoloni con immagini a volte distorte, a volte sbiadite. Forse era solo il desiderio di credere in qualcosa che gli permetteva di pensare che non tutto fosse tutto perduto. Voleva aggrapparsi alla speranza, anche la più incredibile e illogica, che davvero tutti quegli anni fossero almeno serviti a qualcosa.

«Non solo ho cercato informazioni sul web per localizzare le prescelte, ma ho anche cercato qualcuno del posto, che mi aiutasse a confermare le mie supposizioni. E’ così che mi sono sincerato che questa di nome Marta è la prescelta europea che stiamo cercando. Questi sono i suoi calcoli e questo è il paese dove abita. Non ci possono essere dubbi. Se mettiamo insieme tutte le informazioni che abbiamo non può che essere lei, visto che al momento dell’impatto non c’era che un’unica bambina in quel paese, gli altri, erano tutti anziani. Guardi, guardi bene! E’ scritto qui.» e gli indicò con il dito ingrandendo l’articolo dell’epoca che si era copiato. Ogni informazione era ben catalogata in cartelle ordinate per continenti.

«Non avrai rivelato ad altri quello che deve accadere?»

«Certo che no! Può stare tranquillo, so essere discreto. Nessuno è al corrente della profezia. Ho però cercato chi potesse avvalorare le mie supposizioni, facendomi alcuni amici nella zona interessata dai nostri calcoli. Solo per sincerarmi che davvero le mie ipotesi fossero giuste e le posso assicurare che lo sono.»

Il Prof. Magus era letteralmente senza parole. Non sapeva cosa dire. Guardava Plutone e comprese in quell’istante che non era più il fragile e timido ragazzino ben poco talentuoso che gli avevano consegnato diversi anni prima. Improvvisamente si sentì terribilmente invecchiato e temette di non avere il tempo necessario per veder realizzata la tanto attesa profezia del Nono Magus. “Forse non sono io a doverla realizzare.” Si disse tristemente e per celare il rammarico chiese con tono quasi astioso:

«Quindi le hai trovate tutte?»

«No, non tutte, … ancora. Infatti, volevo aspettare prima di parlarle dei miei progressi, per non deluderla. Tanto più che mi ha ripetuto per anni che non possiamo muoverci in alcun senso fin tanto che non le abbiamo trovate tutte.» disse in tono canzonatorio, per sottolineare quanto avesse imparato a dovere la lezione.

Il Prof. Magus assentì e si alzò cautamente. Si sentiva in colpa per aver provato un sentimento di gelosia nei confronti del suo assistente. Comprendeva bene quanto impegno aveva messo, forse più per farlo contento che per vero interesse, ma non riusciva a dirgli quel “bravo” che nemmeno a lui, avevano mai detto. Il suo orgoglio stava lottando con la parte più emotiva del suo essere. Non voleva mostrarsi debole, eppure il carattere inflessibile del professore si stava inevitabilmente ammorbidendo. La fierezza e l’amor proprio stavano lasciando il posto all’affetto e questo gli fece cadere ogni reticenza e finalmente riuscì a dire quella riluttante parola che non udiva da anni.

«Bravo, bravo! Ti sei davvero impegnato molto, ma non credo che riusciremo mai a trovarle tutte in questo modo. Se non ci sei riuscito in tutti questi anni, è impossibile che tu lo faccia ora che non abbiamo più tempo a disposizione.»

Quell’imprevisto ammorbidimento momentaneo dette il coraggio a Pluto di aprire il suo pugno per mostrare il carboncino.

«Se sono riuscito a fare qualcosa di buono è merito delle sue coordinate professore, ma anche di questa pietra. So che non avrei dovuto prenderla senza il suo permesso, ma mi ha dato forza e coraggio e … soprattutto mi ha illuminato la mente. Mi ha dato modo di avere delle intuizioni che non avrei mai avuto senza.»

L’astronomo sorrise. Quel piccolo meteorite spento – a parer suo – era morto da secoli, ma si compiacque dell’iniziativa che lo aveva reso così produttivo. Invitato a sedersi cercò di dargli soddisfazione continuando a leggere le cartelle del file soprannominato “PRESCELTE”.

 

Strani fenomeni climatici mettono in ginocchio il Sudafrica!

In pochi giorni quella che era conosciuta da tutti come una regione ricca di vegetazione e di acqua si è trasformata in una delle zone più secche della terra. Per quanto le autorità abbiano fatto per risanare l’area interessata la terra continua ad inaridirsi e a morire.

[…] Ha destato stupore la velocità con la quale la situazione si è risanata nel giro di una notte dopo tanti tentativi falliti. C’è chi ipotizza che sia merito di tutto il lavoro precedentemente svolto, ma c’è anche chi ritiene che abbia fatto la differenza uno stregone San che ha preso fissa dimora nel Parco Nazionale Kruger e del quale si è persa ogni traccia. …

 

L’articolo continuava con cifre e dettagli che al Prof. Magus sembravano solo dettagli irrilevanti.

«Come può questo articolo condurci alla prescelta?» chiese curioso l’astronomo.

«Non so che dirle, forse un’intuizione o piuttosto il fatto che non vi siano altre notizie degne di nota nella zona

«Capisco le tue ragioni, ma qui si parla di un uomo. Uno stregone. Noi stiamo cercando delle donne.» puntualizzò con disappunto.

«Ha ragione, ma ho come l’impressione che, se le sue coordinate sono giuste, questo è l’unico fenomeno che ci può far pensare ad un evento straordinario. Chi può aver modificato l’aspetto del paesaggio in così breve tempo se non una persona dotata di super poteri. Magari questo stregone conosce la nostra prescelta e la sta proteggendo.»

«Tutto è possibile. Approfondisci pure. Hai fatto un notevole lavoro, ma non dobbiamo dimenticare che siamo astronomi, che le risposte ci devono  arrivare dalla lettura delle stelle e non dal web. Visto e considerato però, che siamo ad un punto morto, non vorrei che per la mia inettitudine ci si precludesse anche questa opportunità. Rimane la regola che fin tanto che non le avremo trovate tutte, non possiamo avvicinarle e cosa ancora più importante, non parlare di ciò che deve accadere con nessuno. Mi raccomando.» Si fermò perché non riusciva a continuare a causa di alcuni colpi di tosse. «Ormai non ci è rimasto molto tempo e anche i miei anni…»

«Non dica così Prof., lo ha detto fin dall’inizio che per questo compito serviamo entrambi. Vedrà che insieme ce la faremo.»

Pluto stringendo la sua pietra sentiva di avere tutte le forze e le capacità necessarie per vincere quella sfida, anche a nome del professore. Si abbracciarono commossi. L’astrologo – per la prima volta – non si sentì solo in quella ricerca, doveva dare ancora una volta ragione alle stelle. Il tempo predetto stava per compiersi, ma ora vedeva un piccolo barlume di speranza all’orizzonte in grado di farlo sentire ancora necessario.

 

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